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L'Ossigeno

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Ossigeno

L'ossigeno è l'elemento chimico della tavola periodica degli elementi che ha come simbolo O e come numero atomico 8. Il nome deriva dal greco ὀξύς, oxýs, «acido» (letteralmente: «appuntito») e la radice γεν-, ghen-, che significa «generare». L'elemento è comune e si trova non solo sulla Terra ma in tutto l'universo. L'ossigeno molecolare O2, come lo si trova sulla Terra, è termodinamicamente instabile, ma esiste grazie all'azione della fotosintesi delle piante. L'ossigeno è l'elemento chimico più comune della crosta terrestre rappresentandone circa il 47% della massa, mentre nell'atmosfera è in una percentuale del 21% sul volume e 23% della massa.

Cenni storici

L'ossigeno venne scoperto dal farmacista svedese Karl Wilhelm Scheele nel 1771, ma la sua scoperta non venne immediatamente riconosciuta, e quella indipendente fatta nel 1774 da Joseph Priestley ricevette maggiore riconoscimento pubblico. Nello stesso anno Antoine Laurent Lavoisier diede il nome all'elemento, ma solo nel 1777 Scheele lo riconobbe come un componente dell'aria. Nel 1781 Antoine Lavoisier ne accertò la funzione indispensabile per i fenomeni di respirazione e di combustione.

Caratteristiche

A temperatura e pressione standard, l'ossigeno si trova in forma di gas costituito da due atomi e si indica nel seguente modo: O(numero CAS: 7782-44-7). Questa molecola è un importante componente dell'aria prodotta dalle piante durante la fotosintesi, ed è necessaria per la respirazione degli esseri viventi.

La molecola di O2 viene molto frequentemente e impropriamente chiamata ossigeno (per una sineddoche); per una nomenclatura univoca e non ambigua di O2 si possono utilizzare i seguenti termini: molecola di ossigeno, ossigeno molecolare, ossigeno biatomico, ossigeno diatomico, diossigeno.

L'ossigeno biatomico O2, sia allo stato liquido che solido, ha colore azzurro ed è altamente paramagnetico. La teoria degli orbitali molecolari ha spiegato il fenomeno del paramagnetismo e ha confermato che il legame è da considerarsi doppio: i due elettroni meno legati in O2 occupano orbitali degeneri di simmetria π ed hanno spin paralleli. Ciò porta ad uno stato fondamentale di tripletto che ha come conseguenza una straordinaria inerzia cinetica nelle reazioni di ossidazione di molecole organiche diamagnetiche perché tali reazioni avvengono senza la conservazione del numero quantico totale di spin.

Disponibilità

L'ossigeno è l'elemento più abbondante della crosta terrestre, si stima che ammonti al 46,7%. L'ossigeno forma l'87% degli oceani (in quanto componente dell'acqua, H2O) e il 20% dell'atmosfera terrestre (come ossigeno molecolare O2 o come ozonoO3). I composti di ossigeno, in particolare ossidi metallici, silicati (SiO44-) e carbonati (CO32-), si trovano comunemente nelle rocce e nel terreno. L'acqua ghiacciata è un solido comune sui pianeti e le comete. Le calotte polari di Marte sono composte da anidride carbonica congelata. I composti di ossigeno si trovano in tutto l'universo e lo spettro dell'ossigeno è spesso rintracciabile nelle stelle. Di solito, l'ossigeno è molto scarso nei pianeti gassosi. Oltre alla molecola O2, l'ossigeno si può trovare in natura sotto forma di ozono (O3): esso viene formato da scariche elettrostatiche in presenza di ossigeno molecolare. Un dimero della molecola di ossigeno (O2)2 si trova come componente minore nell'O2 liquido.

Produzione

Preparazione in laboratorio

La preparazione dell'ossigeno biatomico O2 in laboratorio avviene attraverso reazioni endotermiche che coinvolgono composti ossigenati, ad esempio:

2KClO3 → 2KCl + 3O2

tale reazione ha carattere esplosivo, per cui viene condotta a bassa temperatura su catalizzatore a base di biossido di manganese (MnO2).

Si ha inoltre produzione di ossigeno biatomico durante il processo di elettrolisi dell'acqua, da cui si ottiene anche idrogenobiatomico gassoso H2.

Preparazione industriale

separazione criogenica dell'aria; A livello industriale, è possibile ottenere ossigeno biatomico attraverso:

  • separazione dell'aria per adsorbimento;
  • separazione dell'aria per filtrazione a membrana.

Il processo di separazione criogenica dell'aria, messa a punto tra il 1901 e il 1910 dall'ingegnere tedesco Carl von Linde, prevede la distillazione frazionata dell'aria liquida (che è costituita principalmente da azoto molecolare N2 e ossigeno molecolare O2). Tale operazione unitaria viene svolta intorno a 77,35 K (pari a -195,8 °C), in quanto a tale temperatura l'ossigeno biatomico è liquido mentre l'azoto molecolare è gassoso, per cui è possibile separarli.

Composti

A causa della sua elettronegatività, l'ossigeno forma legami chimici con quasi tutti gli altri elementi (e questa è l'origine della definizione di ossidazione). Gli unici elementi che sfuggono l'ossidazione sono elio, neon e argon.
Gli ossidi, come la ruggine, si formano quando l'ossigeno reagisce con altri elementi.

L'ossigeno si lega in modi diversi a seconda dell'elemento e delle condizioni: crea infatti ossidi, perossidi, superossidi o idrossidi. L'ossido più comune è il "monossido d'idrogeno", che altro non è che l'acqua (H2O). Altri esempi includono i composti di carbonio e ossigeno quali: il biossido di carbonio (CO2), gli alcoli (R-OH), le aldeidi (R-CHO), e gli acidi carbossilici (R-COOH).

Radicali ossigenati - quali i clorati (ClO3-), i perclorati (ClO4-), i cromati (CrO42-), i dicromati (Cr2O72-), i permanganati (MnO4-), e i nitrati (NO3-) - sono forti agenti ossidanti. Molti metalli come il ferro si legano ad atomi di ossigeno, generando vari composti come l'ossido di ferro (3+) (Fe2O3), comunemente chiamato ruggine.

Isotopi

L'ossigeno ha tre isotopi stabili, con numero di massa 16, 17 e 18, e dieci isotopi radioattivi. Tutti i radioisotopi hanno tempi di decadimento inferiori a tre minuti.

La massa atomica dell'ossigeno è però inferiore a 16, nonostante questo isotopo sia presente per circa il 99%: questa è una conseguenza del fatto che come riferimento per il calcolo delle masse è stato scelto il carbonio-12 e che per motivi relativistici si ha un difetto di massa nella sintesi degli elementi più pesanti.

La formazione del nucleo avviene infatti con una diminuzione di massa e una liberazione di energia, causata dalla fusione nucleare.

Applicazioni

L'ossigeno trova un impiego considerevole come ossidante e comburente; solo il fluoro possiede un'elettronegatività superiore.
L'ossigeno biatomico O2: è utilizzato (in forma liquida) come ossidante nella propulsione dei razzi; è essenziale per la respirazione, e quindi viene utilizzato in medicina; viene utilizzato come riserva d'aria negli aeroplani o per le ascensioni alpinistiche ad alta quota; è usato nella saldatura e nella produzione di acciaio e metanolo. Per la sua proprietà di mantenersi allo stato liquido se mantenuto ad una pressione blanda (4 bar), può venire stoccato in grandi quantità in bombole opportunamente predisposte; attraverso un corpo vaporizzante (o riscaldatore), viene poi gassificato per essere immesso in linee di distribuzione in forma gassosa.

Una delle applicazioni più importanti dell'O2 in ambito terapeutico, ospedaliero e subacqueo è l'ossigenoterapia e l'ossigenoterapia iperbarica, attraverso cui è possibile curare e/o accelerare i processi curativi, di una lunga serie di patologie di vario genere.

Essendo un farmaco a tutti gli effetti (Dgs 219/06) da maggio 2010, l'O2 utilizzato in ambito ospedaliero, dopo essere stato prodotto per distillazione frazionata, viene trattato ulteriormente ed analizzato. Una volta verificate le caratteristiche dello stesso che devono essere come quelle riportate nella Farmacopea Ufficiale, viene "etichettato" con un numero di lotto, come avviene per i farmaci, viene indicata la data di scadenza (nel caso dell'O2 medicinale è 5 anni) e consegnato alle strutture sanitarie attraverso un'operazione di "rilascio del lotto", sotto la completa responsabilità del Farmacista dell'azienda che l'ha prodotto. Come farmaco a tutti gli effetti quindi, oltre che a possedere un AIC (Autorizzazione Immissione in Commercio) legata al tipo di confezionamento (bombola, cisterna, ecc...), deve essere somministrato dietro ricetta medica che ne indichi le modalità di somministrazione, la posologia e la durata della terapia.

Altri utilizzi dell'O2 sono in miscele chiamate "stimolanti respiratori"; tali miscele sono composte principalmente da O2 in fase gassosa (95%) e anidride carbonica (5%), e vengono utilizzate in ambito ospedaliero. Tali miscele hanno la peculiarità di permettere un'espulsione più rapida di molecole dannose dall'organismo, ad esempio nel caso di intossicazioni da monossido di carbonio (CO).

Biologia

La trasportabilità dell'O>2 nel sangue aumenta con la pressione: questo rende possibile usare in medicina camere iperbariche per la cura di una serie di patologie (oltre a quelle da decompressione tipiche dei palombari e dei sommozzatori). Per pazienti con difficoltà respiratorie si usano maschere speciali ad O2 che ne aumentano la concentrazione nell'aria inspirata.

Precauzioni

Simboli di rischio chimico

comburente gas compresso

Pericolo di esplosione o combustione

Una forte pressione parziale di O2 può provocare combustioni spontanee, può accelerare le combustioni già in atto e produrre esplosioni se sono presenti buoni combustibili. Questo è vero anche per composti molto ricchi di ossigeno come clorati, perclorati dicromati, ecc.

Ossigenocompatibilità

Quando si maneggia O2 puro compresso, per evitare il rischio di combustioni o esplosioni, è necessario utilizzare attrezzature cosiddette ossigeno compatibili o pulite per ossigeno, cioè pulite accuratamente da ogni traccia di grassi e olii e nelle quali l'Ocompresso non entra mai in contatto con materiali combustibili (ad es. guarnizioni o metalli non compatibili).

Tossicità

Come precedentemente detto, l'ossigeno è un elemento molto instabile e quindi reagisce anche violentemente con gli altri elementi per aumentare la propria stabilità. La compatibilità con la vita in sua presenza è legata alla possibilità di adoperarlo come prezioso e potente reagente (è letteralmente un pozzo di elettroni) senza esserne danneggiati.

Il meccanismo dei viventi aerobi è quello di avere strutture metaboliche che ne neutralizzino gli effetti dannosi. Gli effetti dannosi sono chiaramente evidenti invece nei viventi anaerobi, che non hanno strutture di protezione fisiologiche, e che sono distrutti dall'O2, o possono sopravvivere solo se dotati di barriere fisiche che ne impediscano il contatto.

Un'esposizione prolungata all'O2 ad alte pressioni parziali è tossica, dato che supera i livelli di neutralizzazione, e può provocare, a seconda della pressione e del tempo di esposizione, conseguenze a livello polmonare e neurologico. Gli effetti polmonari includono perdita di capacità e danni ai tessuti. Gli effetti neurologici possono comprendere convulsioni, cecità e coma.

Tossicità dei composti

Composti di ossigeno come l'ozono O3, i perossidi e i superossidi sono altamente reattivi e quindi letali per gli organismi.

 

Se vuoi saperne di più riguardo i concentratori di ossigeno, clicca qua: I Concentratori di Ossigeno 

Scopri come funziona la terapia che utilizza i concentratori, clicca qua: L'Ossigenoterapia

 

Questo argomento è trattato in maniera più approfondita su wikipedia, di cui questo articolo è un estratto

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