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Parte 2: L'importanza della riabilitazione respiratoria

Parte 2: L'importanza della riabilitazione respiratoria


Dove si fa riabilitazione respiratoria?

A differenza di quanto si è portati a pensare, la riabilitazione respiratoria non va svolta in centri di riabilitazione respiratoria, ma a casa del paziente.

Il centro di riabilitazione serve per analizzare lo stato clinico del paziente e per insegnargli il corretto svolgimento degli esercizi. Ma la vera e propria terapia deve essere svolta dal paziente a domicilio, con esercizi svolti regolarmente e correttamente.

L'ideale è dedicarsi alla riabilitazione respiratoria circa 30 minuti al mattino e circa 30 minuti al pomeriggio.

Quali sono i risultati che si possono ottenere?

Il primo fattore di successo della riabilitazione respiratoria è un miglioramento della condizione generale: il paziente si sente meno affaticato e più attivo su ogni fronte della vita quotidiana.

Un altro segno tangibile del miglioramento è l'abbassamento del flusso sotto sforzo: mediamente si riesce a ridurre l'apporto di ossigeno di circa 1 litro al min, ma non sono infrequenti casi di pazienti che, dopo diversi mesi, hanno ridotto il flusso di ossigeno sotto sforzo da 4 l/min fino anche a 1,5 l/min.

Dopo quanto tempo si ottengono i risultati?

I risultati si possono ottenere solamente con regolarità e costanza. I primi risultati concreti arrivano mediamente dopo 4-6 mesi di allenamento continuo.

Fare qualche giorno di esercizio, in modo svogliato e con poca convinzione, non porta ad alcun risultato.

Piuttosto è consigliabile rivolgersi all'Associazione Italiana di Fisioterapisti Respiratori (http://www.arirassociazione.org/) e chiedere di essere seguiti da un fisioterapista che, con regolarità (es. 1 volta a settimana oppure 1 volta al mese), segue il paziente nei suoi progressi e lo stimola al continuo miglioramento.

La riabilitazione va bene per tutte le insufficienze respiratorie?

È sicuramente indicata per la Bronco Pneumopatia Cronico Ostruttiva (BPCO).

Anche i pazienti affetti da enfisema o da asma possono trarre grandi benefici da questa tipologia di riabilitazione.

I pazienti affetti enfisema cosiddetto "bolloso" invece possono avere qualche contro-indicazione, in quanto un eccessivo sforzo potrebbe provocare una rottura di una o più bolle con relativo versamento e conseguente edema polmonare.

Per quanto riguarda i pazienti affetti da Fibrosi Idopatica Polmonare, la comunità scientifica è suddivisa tra favorevoli e contrari: è sicuramente meno efficace rispetto ad una BPCO, ma il paziente fibrotico può paradossalmente trarne più beneficio in quanto i flussi di partenza sono più alti rispetto ad un paziente affetto da BPCO.

Un abbassamento del flusso da 6 l/min a 5 l/min è un sollievo maggiore che passare da 2 l/min a 1 l/min.

Il concentratore di ossigeno è utile per la riabilitazione respiratoria?

Il concentratore di ossigeno portatile, se a flusso pulsato, "costringe" il paziente ad effettuare una respirazione puramente nasale, permettendogli di sfruttare al massimo le vie aeree superiori.

Il fatto che sia più piccolo e leggero rispetto alla bombola di ossigeno liquido permette una maggiore attività quotidiana, aiutando la parte mitocondriale dei muscoli a rimanere ricettiva.

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